Informare per Resistere "pagina omofoba"? Stefano Alletti dice la sua
A pochi giorni dalla manifestazione contestatissima del Family Day e a pochissime ore dalla sentenza storica della suprema corte americana che ha detto “sì” ai matrimoni gay, ho deciso di intervistare uno dei fondatori di Informare per Resistere, per capirci di più su quel tam tam in rete fatto di passaparola senza precedenti in cui si additava la pagina di Informare per Resistere (per tutti IXR n.d.r.) come “omofoba”. Sicuramente una linea editoriale troppo schierata, troppo “integralista” non paga. Ma quanto c’è davvero di omofobo in Informare per Resistere? Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dall’inizio.
IL TAM TAM – Durante gli ultimi giorni non ho fatto che ricevere messaggi in posta privata da stimabilissimi amici che mi invitavano a togliere il mio like dalla nota pagina:
“Ricevo e copio. Per tutti gli amici a cui piace la pagina “Informare per Resistere”, molto probabilmente il dominio è stato venduto e vi ritrovate a lanciare una pagina proto-nazi diventata lo sponsor del Family Day, gettate nell’indifferenziato. Grazie”
Oppure:
“Melania, risulti tra i miei amici ancora iscritti a Informare per Resistere. E’ una pagina omofoba, disiscriviti”.
Passano poche ore dal momento in cui comincia il tam tam in rete e mi ritrovo intellettuali, scrittori, gente “dalla mente pensante” pubblicare status sulla stessa scia:
“Miei cari 634 contatti che avete ancora il “mi piace” su informare per resistere: da due giorni è il bollettino esultante del family day… scancellatevi”.
E così il risultato è presto servito: oltre 160 mila persone si sono cancellate nel giro di 4 giorni. Ma durante i primi due giorni la pagina ottiene circa 10 mila like fisiologici, data la indiscussa campagna di marketing che, nel bene o nel male, viene comunque fatta. Sicuramente un bilancio in negativo corredato da condanne collettive all’omofobia legata alla linea editoriale della pagina che, negli ultimi giorni, era palesemente simpatizzante per il Family Day. Dopo pochi giorni dal boom, Helene Benedetti, storica amministratrice del gruppo, scrive una lettera che viene immediatamente pubblicata da Byoblu.com di Claudio Messora, uno dei blogger più seguiti in Italia e anche da noi.
LA MIA ESPERIENZA – La lettera di Helene è decisamente ingenerosa nei confronti degli attuali amministratori della pagina e denuncia una situazione di quasi sfruttamento. Pur non entrando nel merito della divisione dei compiti tra gli amministratori della pagina (cosa che credo appartenga alla sfera privata di queste persone e che non debba essere usata strumentalmente per giustificare una qualsiasi battaglia che da privata diventa pubblica), posso testimoniare che Helene Benedetti si è data effettivamente molto da fare all’interno della redazione di IXR ed io, fondatrice della pagina Contro l’informazione Manipolata, ho condiviso con la maggior parte degli amministratori delle pagine di informazione alternativa in rete (erroneamente definita “controinformazione”) numerose battaglie e non ho esitato a chiedere solidarietà ad amministratori di altre pagine come quelli di Informazione Libera (con cui ho avuto un rapporto più stretto), oppure ho chiesto supporto quando c’era da condividere qualche battaglia sociale. Tempo fa infatti noi amministratori di pagine ci trovavamo spesso ad assistere alla chiusura indiscriminata del nostro canale a cui reagivamo con mail bombing grazie ai messaggi diffusi su altre pagine amiche. Nel mio caso ad esempio, devo ben due grazie agli amministratori di Informazione Libera (che definiamo IL, n.d.r.). Gli amministratori di Informare per Resistere invece li ho conosciuti solo più tardi, quando in rete, un gruppo di blogger, decise di organizzare una “Manifestazione Nazionale contro la dittatura mediatica”, manifestazione che si organizzava all’interno di un gruppo segreto. Immediatamente i blogger di quel gruppo vennero invitati in un altro gruppo segreto chiamato FreeKoordinamento, nato dal volere di un personaggio ignoto che oggi molti hanno dimenticato, il cosiddetto San Precario ed entro cui si tessevano le fila di quella che poi sarebbe stata una delle manifestazioni meglio riuscite di tutti i tempi: il NoBday. Sull’organizzazione della manifestazione, la paternità della stessa, ci sarebbe molto da dire e non intendo spenderci una sola parola in questo articolo perchè avrebbero più diritto di parlare persone che hanno assistito dall’inizio alla fine a quella vicenda contestata da moltissimi (Salvatore Borsellino compreso). Dirò solo che ad invitarmi nel gruppo fu proprio Stefano Alletti, io a mia volta invitai gli amministratori di altre importanti pagine. Fu li che ci conoscemmo tutti e, in tutta onestà, non mi è mai sembrato che Stefano Alletti volesse restare in sordina come amministratore o che avesse richiesto di mantenere nascosta la sua identità anzi, tutt’altro.
Melania: Quindi da dov’è veramente nato tutto questo casino?
Stefano: “Ci stanno mettendo alla gogna perché abbiamo sostenuto il FamilyDay due anni fa ho cambiato linea editoriale al sito. Se ne accorgono adesso, meglio tardi che mai. Gli amministratori di Lo Sai sono amici miei da anni”.
Siccome sono sincera in modo preoccupante, non esito a dire a Stefano che preferivo una gestione della pagina meno schierata e che avere una posizione è sacrosanto, ma il dogmatismo è pericoloso:
Melania: “L’integralismo tout court paradossalmente impedisce di amare il prossimo e ascoltarlo o aiutarlo a comprendere, anche se si tratta magari di spiegare questioni di economia. Ci vuole tanta pazienza (soprattutto in rete) ed è per questo che la spiritualità deve essere raccontata con termini universali, ma mai specifici o privati. E’ questo che voglio dire”.
Stefano: “Purtroppo non capisco cosa significa essere integralisti, perché non credo che vi sia assolutamente nulla nel nostro sito che possa far pensare all’integralismo. Abbiamo sostenuto gente che è scesa in piazza per manifestare pacificamente che è contraria alle adozioni gay. Nulla più”.
Stefano: “Sai bene il calvario mediatico che si subisce quando si toccano alcuni argomenti tabù Emoticon frown. Ci dicono che siamo omofobi quando abbiamo un omosessuale in redazione che condivide le nostre battaglie, ci chiamano nazisti perché abbiamo sostenuto (semplicemente riportando la notizia) del FamilyDay o delle Sentinelle. Io sono uno dei creatori di Lo Sai. Quindi la mia vicinanza è data dal fatto che anche io sono un “losaino”.
Stefano Alletti a questo punto ci tiene ad aggiungere una frase sintomatica di quelle che sono le buone intenzioni sue e degli attuali amministratori di Informare per Resistere: “Con Daniele e Laura ci lega un amicizia fortissima da anni. Tante battaglie insieme, anche a volte con visioni diverse, ma uniti nella fede e come obiettivo solo il bene comune. A volte riusciamo a trasmetterlo altre volte no, ma ci proviamo con tutte le forze, questo te lo posso assicurare. Grazie a Dio non vivo con IxR, quindi tutti gli attacchi che abbiamo ricevuto mi rimbalzano sopra, convinto di star facendo vera controinformazione. Sempre con umiltà e animato da un amore profondo per l’essere umano”.
Melania: Chi si è messo in tasca i soldi? Questa fantomatica società che si doveva fare e non si è fatta? E tutti questi “soldoni” che ti saresti messo in tasca? E i soldi che avete raccolto per devolverli in beneficenza alla fine chi li ha presi? Dai confessa….
Stefano: I guadagni adv erano così bassi che farci una società appositamente era superfluo. Inizialmente ciascuno di noi aveva un proprio account adv e guadagnavamo inserendo il conto adv di ciascuno. Poi avremmo dovuto versare tutto il ricavato e darlo in beneficenza. Ma questo non è stato fatto e io non ho mai visto una lira con IXR, grazie a Dio non mangio con IXR a differenza di altri all’epoca. I soldi che comunque raccogliemmo per comprare un’ambulanza in Africa li abbiamo comunque devoluti ad un’associazione che si chiama Unimondo.
Melania: Come vi ponete nei confronti della questione dell’omossessualità?
Stefano: Sulla questione dell’omosessualità non ci poniamo. Ogni persona è libera di vivere la propria sessualità come meglio preferisce. Invece abbiamo una posizione chiara sulla propaganda omosessualista che alcune lobby LGBT portano avanti. Troviamo curioso che, tra le tante voci di omosessuali, sui mass media trovino spazio solo gli attivisti che la pensano in un certo modo. Tra i nostri autori c’è un ragazzo omosessuale che, forse, rappresenta il pensiero degli omosessuali più dei circoli LGBT. Oppure credete che gli omosessuali siano solo quelli che girano mezzi nudi nei Gay Pride?
Melania: Vi reputate omofobi?
Stefano: Ovviamente no. Purtroppo oggi alcuni hanno interesse ad etichettare come “omofobi” tutti quelli che la pensano in modo diverso rispetto al pensiero unico che passa in TV. Piuttosto ci riteniamo vittime di “cristianofobia” dato che noi non ci sogneremmo mai di andare ad insultare qualcuno sulle pagine “gay-friendly” (o sul nostro sito), mentre noi abbiamo ricevuto gravissimi insulti solo per aver contestato la filosofia gender ed aver appoggiato principi cattolici.
Melania: Credete che la vostra politica comunicativa sia stata troppo integralista come molti dicono?
Stefano: Noi crediamo che esistano argomenti sui quali non si possa scendere a compromessi. Ad esempio sulla questione adozioni: prima del catechismo, prima della Costituzione, prima della dichiarazione dei diritti umani, esiste la legge naturale. La Natura dell’uomo non l’ha stabilita ne la Chiesa ne lo Stato: I Bambini hanno bisogno di un madre e di un padre che si amino e che li amino.
Melania: La vostra politica comunicativa è volta a schiacciare la dimensione omosessuale?
Stefano: Crediamo che già etichettare le persone in base all’orientamento sessuale sia schiacciare qualcuno, per noi non esistono omosessuali o eterosessuali, ma esistono le persone, uomini e donne. Da 60 anni il movimento lgbt ha lavorato perchè si identificasse la critica all’omosessualità con la critica alla persona omosessuale in quanto tale. Per noi non è così. Ci sentiamo liberi di guardare l’omosessualità con verità e di esprimere le nostre osservazioni senza provare odio, rancore e disprezzo verso le persone con orientamento omosessuale
Melania: Come vi ponete nei confronti della questione della filosofia gender?
Stefano: Prima di tutto occorre accordarsi sui termini: se per “filosofia gender” s’intende ciò che è realmente, ossia l’idea che una persona possa essere uomo o donna in base a ciò che “sente” al momento, a prescindere dalla propria natura biologica… Beh, crediamo che sia una cagata pazzesca. Voi cosa pensereste se io adesso mi sentissi uomo e fra cinque minuti mi sentissi donna per poi, magari, sentirmi nuovamente uomo?
Melania: Reputi Daniele e Laura “persone fanatiche?
Stefano: Si, quasi sovversive, pensa che vanno a Messa le Domeniche e pregano
OMOFOBIA O LIBERO PENSIERO? Da questo momento in poi ne è seguito un vero e proprio dibattito sul proprio concepimento dell’omosessualità o dell’affidamento dei bambini a coppie omosessuali. Bisogna stabilire ciò che è omofobo da ciò che è libero pensiero.
Pochi capiscono qual è il modo migliore per incanalare le proprie energie di modo che siano di aiuto a sè stessi e al prossimo. La società ci mette poco a demolirti, perché demolire è più facile che costruire… soprattutto un essere umano. Personalmente credo che un bambino abbia il diritto a ricevere amore prima di tutto e quindi sul concetto di famiglia come “base di amore” siamo d’accordo. Ma la famiglia “naturale”, cioè come la natura stessa l’ha pensata, credo sia qualcosa di sacro anche per poter compiere le proprie scelte libere da adulto, possibilmente in una società non omofoba. Quando parlo di scelte intendo vere e proprie scelte sessuali perché, è stato studiato, che un adulto vive la propria vita sessuale proporzionalmente a come ha assistito alla felicità nella vita di coppia dei genitori. Ne consegue che qualsiasi bambino eredita dai propri genitori “il modo di vivere la propria vita di coppia” ed è quindi impensabile che una famiglia omosessuale non possa influire sulle scelte di un bambino mentre, al contrario, è assodato che una famiglia “naturale” non influisce affatto sulle scelte sessuali del futuro adulto. Ne è la riprova l’ondata antiomofoba di questi giorni. Ho molti amici gay e sono persone eccezionali spesso dotati di un’intelligenza superiore alla media. Ma a loro ho sempre detto che lottare per il diritto di avere avere dei figli è assolutamente ingiusto.
LA DIGNITA’ DELL’AMORE – Perché viviamo in una società che non capisce l’importanza del prossimo nemmeno quando avrebbe la facoltà per capirlo, non sarà l’assegnazione di un bambino a una coppia gay a diventare “simbolo di amore”, come se l’amore dovesse superare i limiti del sesso per avere una dignità “socialmente riconosciuta”. Sono baggianate partorite per battezzare il proprio egoismo ed esorcizzare una scelta sessuale che si percepisce “diversa” da quella che è la legge universale della natura.