Rai Horror Story: il Concorsone per giornalisti

1 Luglio 2015
Veronica Valli
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Foto @ Nunzia Marciano

Foto @ Nunzia Marciano

Si, lo so. Mi ero già espressa su questo “magico concorsone” in questa sede. Ma alla luce di quanto è successo e quanto sta accadendo adesso, penso che sia bene parlarne ancora, magari la mia piccola voce giunge anche ai vertici Rai che lo hanno indetto o ai giornalisti che ne fanno parte, non si sa mai nella vita. “Partecipano in tanti perché siamo disperati” mi ha appena detto un amico e collega che però, come me, non  è partito alla volta di Bastia Umbra, luogo diventato tristemente noto perché selezionato per essere sede di quest’esame. Non me ne voglia chi è di Bastia o chi abita nelle vicinanze: era oggettivamente scomodo. Mal collegato, con poche capacità recettive e sappiamo tutti che Roma o Milano sarebbero stati di gran lunga preferibili. Come tutti sappiamo però la location non è che la punta dell’iceberg, perché il vero problema di questo concorso, che poi concorso non è, è la scelta di comunicare la data dell’esame (il primo luglio) soltanto il 10 giugno, ovvero appena tre settimane prima della prova, quando il termine per candidarsi scadeva ad aprile 2014. Insomma, non venitemi a dire che la Rai si è comportata in maniera corretta.

CHI PUO’, CRITICHI – Ho visto colleghi della Rai attaccare ingiustamente il buon Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, per aver espresso le sue perplessità riguardo il concorso, mettendone in luce i numerosi punti di debolezza. Hanno detto che Iacopino era contrario al concorso – non si capisce bene perché – e che è un gran bene che la Rai desse questa grossa opportunità a noi poveri disgraziati di entrare nelle sue fila, anche se si fa per dire. E si fa per dire perché qui si concorreva per entrare in una graduatoria di 100 persone da cui “eventualmente” (ergo, senza certezza) la Rai poteva attingere in caso di bisogno, ergo sostituzioni per maternità o malattia, chiaramente a tempo determinato, in un periodo di appena tre anni. Il tutto dopo aver sostenuto numerose prove tutt’altro che facili, dallo scrivere un articolo al saper montare un servizio video, dallo scrivere un tweet al dimostrare di avere i sensi di ragno.  La garanzia di essere chiamati a lavorare probabilmente c’è solo per le prime venti persone, anche se non si può conoscere né il periodo di tempo né il luogo, siccome si può essere chiamati in qualsiasi sede regionale Rai indipendentemente dal proprio comune di residenza, quindi prendere o lasciare. E nell’attesa di un qualcosa che potrebbe non arrivare mai, non so che cosa si aspettino che uno faccia, forse lavorare a maglia o all’uncinetto. E fa tristezza vedere che le persone che lavorano in Rai si ergano a giudici, visto che loro dormono sonni tranquilli e non hanno granché idea di cosa significhi essere precari o freelance, anzi. L’Ordine ha certamente i suoi difetti, io stessa ho visto cose agghiaccianti, tra cui consiglieri che si buttavano a fare sostituzioni estive per impedire che potessero farle colleghi più giovani (truestory).

GENTE DI TUTTE LE ETA’ – Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Non essendoci limite di età, ho visto colleghi dell’età dei miei genitori (calcolate che ho 29 anni e i mi genitori non sono giovanissimi) della mia città che hanno la fortuna di avere un lavoro, buttarsi in questa selezione, impedendo magari a qualche collega più giovane di poter essere selezionato. Qualcuno ha detto che chi ha più di quarant’anni avrebbe fatto meglio a farsi da parte, non voglio essere così tranchant ma penso che un limite, anche non alto, di età avrebbe dovuto esserci, così come c’è quando ti iscrivi ad un Master in giornalismo. Ho visto gente incredibile presentarsi a questo concorso, nonostante la fila sotto il sole e i 40° gradi all’ombra, con passanti che dalle loro macchine gridavano “Siete solo degli illusi”, come Alberto Sordi che urla “Lavoratoriiii” ne “I Vitelloni”. Ho visto gente che prima ha tentato la carriera giornalistica, poi quella politica, fallendo miseramente e quindi si è presentata a questo concorso, certa di diventare il nuovo mezzobusto del tiggìUno delle 20.00, al posto di quell’antipatico di Giorgino, che poi io ho sempre preferito Alessio Zucchini. 100 domande a risposta multipla. 75 minuti per giocarsi tutto.

CHI VIVRA’ VEDRA’? – Quella del primo luglio non è stata che la prima volta. Da circa 3000 mila persone se ne drovranno scegliere 400, che inizieranno le nuove prove il 9 luglio. E anche qui ci sarà una disparità, perché come al solito si selezionerà una lettera dalla quale iniziare, dunque chi avrà la sfiga di essere scelto per primo inizierà il tutto tra una settimana, con scarse possibilità di poter studiare o altro, mentre chi verrà dopo avrà molto più tempo a disposizione, poiché sosterrà l’esame a settembre. Insomma, cosa succederà non lo sa nessuno, più che una selezione per giornalisti a me sembra un reality show stile “Survivor” che io fossi stata nella Rai avrei trasmesso in tv, per tentare di racimolare ulteriori soldini. Nel mio piccolo auguro solo un grosso un grosso in bocca al lupo a chi ha avuto il coraggio di partecipare alla Presa della Bastia.

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