Media e disinformazione: il caso Giovanardi

16 Luglio 2015
Redazione YOUng
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Se Giovanardi non va all’Hotel, io vado all’Hotel che non vuole Giovanardi (anzi NO).
Articolo 3

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Mi scuserete se, in questo primo post, invece di darvi il mio punto di vista da perfetto incompetente sul futuro economico della Grecia (non è colpa mia, è che da sempre non amo le folle), mi limiterò a parlarvi una storia molto più piccola. Ma, come dice sempre una mia amica, “non è importante la dimensione della storia, è importante come la racconti” (o qualcosa del genere). E questa storia parla di Giovanardi ‘ospite sgradito’ di un hotel e di come l’informazione italiana possa distorcere i fatti.

Ma andiamo con ordine. Per chi non lo conoscesse, faccio una breve scheda di presentazione del protagonista di questa storia.

Carlo Giovanardi, classe 1950, svolse il militare presso l’arma dei Carabinieri (nella brigata ‘Barzellettieri’, presumo). Iniziò la carriera politica nel 1969 (lo stesso anno in cui i Beatles suonarono sul tetto della Apple e Gheddafi fece il colpo di stato in Libia) come consigliere comunale nella natia Modena. Dopo essere stato addirittura ministro e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, attualmente il nostro Carlo è senatore (carica che ricopre ininterrottamente dal 1992) e si sta occupando, tra le altre cose, di indagare sul rapimento di Aldo Moro, avvenuto appena 37 anni fa.

Numerose sono state le ‘gaffe’ (diciamo così) che hanno contraddistinto la carriera di Giovanardi. In ordine sparso:

  •  Disse che l’eutanasia, per come prevista nei Paesi Bassi, è un’idea di Hitler provocando le ire degli olandesi che dovettero dar fondo alle loro riserve di marijuana per calmarsi e non bombardarci;

  •  (Sempre riguardo Hitler) negò che i nazisti volessero sterminare i gay, ma anzi aveva la certezza che “il movimento nazista era largamente rappresentato dai gay“;

  •  Propose di vietare le manifestazioni in favore della legalizzazione di qualsiasi sostanza illegale, compresa la marijuana, definendole ‘Espressione della cultura della droga (non si è ancora capito se il problema fosse ‘la droga’ oppure ‘la cultura’);

  •  Inventò di sana pianta che Stefano Cucchi è morto “perché era sieropositivo” e lo disse in un’intervista a Radio 24;

  •  Presentò un emendamento insieme ad altri 4 valorosi onorevoli (Bianconi, D’Ascolta, Torrisi e Chiavaroli) affinché venisse tutelato qualsiasi orientamento sessuale includendo nella lista, oltre a eterosessualità e omosessualitàanche la pedofilia.  Alle polemiche seguenti rispose parlando di “un semplice refuso”, precisando che avrebbe voluto scrivere ‘pedofobia’ ma si è sbagliato e precisando anche che “gli altri non mi hanno detto niente”(dichiarando implicitamente che i suoi colleghi firmano proposte che nemmeno leggono);

  •  Disse che Federico Aldrovandi,  in una foto famosa, non era coperto di sangue bensì “la macchia rossa che è dietro è un cuscino” e che la madre di Aldrovandi doveva smettere di ripetere che suo figlio era stato massacrato perché “non è vero e quello non è sangue. Provate ad indovinare: quando ha dovuto decidere tra Giovanardi e la madre di Aldrovandi, secondo voi, la verità dove ha deciso di stare? Esatto, bravissimi.

  •  In un’intervista a ‘Le Iene’ quando gli fu chiesto se pesasse di più un grammo di erba o un grammo di fumo dichiarò di non saperlo perché non sono un tossicologo”.

Oltre alle ‘gaffe’, di Giovanardi si ricorda solo che somiglia vagamente a Fernandel.

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Fatta questa doverosa premessa, arriviamo ad oggi pomeriggio.
Dovete sapere che è da qualche giorno che rimando l’impegno di mettermi a cercare un posto in cui passare le vacanze. Probabilmente avrei rimandato ancora, ma oggi mentre davo un’occhiata ai siti di informazione, mi è apparsa davanti agli occhi una strana notizia e ho avuto un’illuminazione….

L’ho preso come un segno del cielo! “Potrei andare a Cortina, così potrei portare la solidarietà laica ai compagni che hanno resistito all’orrendo senatore!”. E mentre ero lì che mi immaginavo a parlare di fecondazione eterologa con la receptionist, di come coltivare la sativa con la cameriera al piano e di matrimonio gay con il portiere di notte, ho iniziato a leggere gli articoli apprendendo che questo hotel gestito dai compagni anti-Giovanardi è il prestigioso Miramonti Majestic (e non devo essere stato il solo a fare questa associazione).

Recensione tratta da 'TripAdvisor'

Recensione tratta da ‘TripAdvisor’

Purtroppo però, andando avanti a leggere gli articoli con più attenzione, ho notato qualche LIEVISSIMA discrepanza tra la realtà raccontata dai titoli dei giornali e i fatti raccontati negli stessi articoli.

Riassumendo, ho imparato che:

  1. Giovanardi non è stato rifiutato dal “Miramonti Majestic” né è stato da loro definito ‘ospite non gradito’. Anzi, come è emerso ormai da 2 giorni (grazie alla pubblicazione della lettera ricevuta da Giovanardi da parte dell’hotel), sappiamo che il ‘Miramonti Majestic’ ha definito “spiacevoli” le proteste, precisando che sono venute “da parte di alcuni clienti” (quindi non da loro) che, anzi, provano profondo “rammarico e disagio” nello scusarsi con Sua Magnificenza Giovanardi, precisando altresì che il bel Carlo, a parer loro, “non merita tale riprovevole comportamento” impegnandosi in prima persona a “verificare se è possibile spostarci in altra sede” chiudendo la lettera ribadendo ancora una volta “Con molte scuse, la saluto e ringrazio della comprensione”, allegando un video in cui tutto il personale dell’albergo osanna Giovanardi e fa la ola sull’inno del NCD. Alla faccia dei compagni!

  1. Giovanardi non è stato affatto censurato semplicemente perché l’incontro è previsto per il 17 Agosto e non mai è stato (neppure per un momento) cancellato, ma si era al massimo ventilato l’ipotesi di spostarlo in altra sede. Ipotesi poi scartata.

  2. Se ci muniamo di un microscopio elettronico e di un po’ di fantasia, possiamo notare che quasi tutte le fonti riportano in piccolo nel sottopancia la smentita alla notizia che stanno dando nel titolo. Dal furbesco “il caso è rientrato” di Fanpage, passando per “il dietrofront” del Giornale fino al machiavellico “l’incontro viene poi confermato” scritto in alto a sinistra dal Secolo XIX che però poi nell’articolo riporta la balla secondo cui l’incontro su ‘Balle’ “è stato cancellato”.

Concludendo, invito le testate on line di informazione a rendersi conto che siamo nel 2015 e che, nel 2015, per cambiare il titolo ad una notizia si impiegano 3 secondi netti. E, soprattutto, che non cambiando il titolo rischiano di rovinare le vacanze di chiunque prenoti una stanza al Miramonti Majestic con la certezza di non trovarsi Giovanardi tra le palle e, invece, se lo ritroverà lì a presentar “Balle”.

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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