Copernico in Rivoluzione: mostra d'arte contemporanea di Angelo Coppola e Giusy Santonicola

18 Ottobre 2015
Redazione YOUng
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CASAGIOVE (Caserta) – Negli spazi dello  splendido  Quartiere Militare Borbonico di Casagiove, sabato 24 ottobre, si terrà l’ inaugurazione della mostra d’ arte contemporanea e concettuale “Copernico in Rivoluzione” degli artisti Angelo Coppola e Giusy Santonicola. L’esposizione della bipersonale che gode del Patrocinio del Comune di Casagiove e dell’alto Patrocinio Morale dell’Ordine Religioso Suore Elisabbettine Bigie di Marcianise, proseguirà fino al 26 ottobre 2015.

Durante la mostra si potranno ammirare una serie di opere pittoriche, installazioni e video art, realizzate interamente dai giovani talenti emergenti del panorama artistico casertano, inoltre gli artisti performers Coppola e Santonicola durante l’inaugurazione del vernissage daranno anche vita a una performance teatrale, il tutto presentato e sotto la direzione artistica della giornalista Nicolina Leone.

La presentazione critica sarà stata affidata al professore Michele Schioppa, mentre il coordinamento all’ organizzatrice di eventi Rosa Belardo.

LA MOSTRA  “COPERNICO IN RIVOLUZIONE”

Col termine rivoluzione copernicana si intende la nuova visione dell’universo elaborata da Niccolò Copernico, autore della teoria eliocentrica, che pone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti, opposta a quella geocentrica, che prevedeva invece la Terra al centro del sistema solare.

Metaforicamente si chiama oggi “rivoluzione copernicana” ogni ribaltamento di sistemi concettuali sino ad allora universalmente accettati. Kant riprese il concetto di rivoluzione copernicana per applicarlo a quel ribaltamento della prospettiva filosofica da lui stesso operato.

Contrariamente al senso comune infatti, secondo cui l’uomo doveva adattare i propri schemi mentali agli oggetti da conoscere, Kant si propose di dimostrare che il nostro intelletto gioca un ruolo fortemente attivo nel metodo conoscitivo; le proposizioni scientifiche in grado di ampliare il nostro sapere sul mondo, cioè, non si limitano a recepire passivamente dei dati, ma sono di natura critica e deduttiva. Sono i nostri schemi mentali che determinano il modo in cui un oggetto viene percepito.

Cosi come Kant ha collocato il soggetto umano al centro del processo conoscitivo, in cui non è più l’uomo a doversi adattare alla natura (oggetto), ma la natura a doversi adattare all’uomo, l’intento di ‘’COPERNICO IN RIVOLUZIONE è, di ribaltare il sistema di vedere e fare arte, tutto ciò attraverso una serie di performance e di installazioni, nonché di opere pittoriche, in cui attraverso la staticità dei movimenti, degli oggetti, dei gesti, delle cose arriveremo ad un coinvolgimento emotivo che trascende dal reale, arrivando ad una dimensione intelligibile e interna, oserei dire spirituale.

Così agendo i due giovani artisti hanno creato inconsapevolmente il loro paradosso artistico, in cui è l’essere statico – attivo, a cui la natura (oggetto) si adatta, a lanciare impulsi di emozioni, contrapponendosi alla dinamicità del caos che coesiste nel mondo.

“Copernico in Rivoluzione” è  dunque un appuntamento con l’arte innovativa che mira ad esprimere e a cogliere la bellezza e le denunce dell’ epoca che ci appartiene, in cui gli artisti riescono a cogliere ed a rappresentare, attaverso il loro “fare arte”, delle emozioni, presentandole alla città stupendo i visitatori. Un modo nuovo per fare cultura che va al di là della semplice esposizione che partendo dai concetti classici dell’ arte come la staticità e il dinamismo si perviene alla percezione della realtà e della dimensione umana che è sempre al centro dell’impulso artistico, per arrivare ad una maggiore interiorità e ad una maggiore consapevolezza dei veri valori umani.

HANNO DETTO DI LORO

RECENSIONE CRITICA DELL’ ATTIVITA’ ARTISTICA DI ANGELO COPPOLA DEL PROFESSORE MICHELE SCHIOPPA

Per comprendere l’espressione artistica, il messaggio sofianico di Angelo Coppola, nell’ambito di un progetto, quale quello di “Copernico in rivoluzione”, è importante partire dal desiderio di comunicazione dello stesso Artista.

Un desiderio primitivo come i materiali di cui va alla ricerca e che sono riscontrabili in modo “naturale” o “rielaborato” nelle sue opere.

Lo studio di Angelo Coppola è quello dell’Inno alla Vita e anche in queste opere lo si evidenzia pienamente. Un Inno dove la Bellezza primitiva, l’Essenza delle Cose che sono esse stesse sintomatico della bellezza vitale, trovano spazio e si impongono anche in presenza di figure geometriche.

Sulla base della “rivoluzione copernicana” operata da Kant dove l’uomo diventa esso stesso reale protagonista del processo conoscitivo, mettendo, dunque,da parte i preconcetti schematici che ci impongono visuale, percezione e metabolizzazione di un oggetto, di un opera, la presenza del richiamo delle “materie” naturali, “primitive”, costruiscono una nuova dimensione percettiva che accompagna nell’ispirazione chi vede.

Il ricorso a pennelli, carta, cartoni, terriccio, reti, etc. non ha certamente impedito ad Angelo Coppola di mettere da parte l’arte pittorica rispetto a una più tesa alla scultura, ma ha consentito di rivedere  la prima, correggerla, nella sua evoluzione della visione artistica, sfruttando la sua esperienza di opere sagomate e tridimensionali. Superare la bidimensionalità senza fuoriuscire dal contesto di questa è un modo immediato per consentire all’astante di fermarsi davanti all’opera, decontestualizzarsi dalle influenze esterne, e, quasi come se partecipando alla visione di un film in 3D, entrare in contatto con lo “impulso” di ispirazione che si è impadronito della mano dell’artista lasciando libero, e quindi anche tridimensionale, di una tridimensionalità che va verso chi guarda e non viceversa, il messaggio che si vuole trasferire.

Ed è quindi spiegato il perché un pennello che vorrebbe di nero scrivere la “dimensione umana” vede il sopravvento di un “essere”, di uno “spirito”, di una generazione che, burlandosi (con rispetto) di “fedi incrollabili” svela, da uno sfondo cupo, i colori della vita: il bianco illuminante il cammino, il rosa segno della vita che rinasce (proprio da quel “nero” del pennello) e il rosso della passione che, a mò di un fuoco ardente, vulcano eruttante, indica che “la percezione” deve essere dell’astante e non la lettura preconfezionata di un messaggio da etichetta.

Lo studio storico e il messaggio “simbolico” sempre rispetto alla Vita, traspare da un opera che ricorda l’erma bifronte, dove le facce sono contrapposte, l’una ad indicare i conflitti interiori e l’altra la spensieratezza, il tutto separato dal filo di spago dell’arbitrio.

RECENSIONE CRITICA DELL’ATTIVITA’ ARTISTICA DI GIUSY SANTONICOLA DEL PROFESSORE MICHELE SCHIOPPA

Per la prima volta mi cimento nel leggere, interpretare, rendere condivisa la mia visione delle opere dell’Artista Giusy Santonicola.

La vastità delle opere esposte, mi ha dato l’occasione di soffermarmi sul suo essere sperimentalista, e di cogliere il messaggio del “movimento dell’anima” che vuole lasciare all’astante. Certo per molti la sua opera sembrerà d’avanguardia, tesa a forme di espressione non sempre immediate per chi è parsimonioso nel dedicarsi all’analisi introspettiva.

Il tema della “rivoluzione copernicana” che opera l’Artista in chi guarda, legge l’opera è dunque quanto mai più appropriato perché dalle venature possa trasparire quella ricerca e sperimentazione espressiva che si è preposta l’Autrice.

L’opera vuole rappresentare la finestra aperta della speranza, il gesto carico della propria ideologia a difesa di un sistema, talvolta obsoleto, sia negli stereotipi che nella lettura dell’Opera stessa. Qui l’opera non disdegna la presenza del “nero”, che nelle sfumature tonali delle venature, assume diverse e importanti connotazioni.

Perché l’uomo possa crescere nella società ha bisogno di impulsi, e tra questi c’è la percezione dell’esperienza artistica che è sua prerogativa. E l’uomo, da un po’ di tempo in verità, è cosciente del fatto che la “partita del futuro”, la concezione del viver futuro non si può basare sull’azzeramento artistico ma sulla sua evoluzione, ed è quello che ci offre, dimostra Giusy Santonicola.

Per quanto possa sembrare per taluni aspetti strano, la rassegna artistica che offre oggi Giusy Santonicola è una mano protesa all’astante verso il ricongiungimento con la realtà. Libero da schemi e preconfezionamenti, da routine e promemoria, chi si pone davanti l’Opera si immerge in una “dimensione” personale, non solo dell’autore ma anche di chi legge l’Opera, e qui si interroga, si “parla”, “medita di sé e per sé”, cose che diversamente difficilmente avrebbe fatto.

Nelle sue Opere l’Artista ci presenta il messaggio dell’“anima” traducendolo nella luce, nei colori e nei movimenti più naturali atti a far emergere la bellezza del proprio cammino introspettivo.

Apparentemente la lettura dell’Opera sembra semplice, dà l’idea di un approccio immediato e fine a se stesso, ma non è così! L’Opera è ricca di una importanza psicologica e di una profondità emotiva che non sono semplici da “agguantare” e possedere.

L’Artista consente all’astante di vivere l’Opera come momento di “riflessione” della Vita, che è fatta di sofferenze e gioie, attraverso piccole sensazioni quotidiane, così da evitare il disperdersi della propria sensibilità a favore di essa stessa incanalata e vissuta con passione nel “dialogo con l’anima”.

 

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La redazione di YOUng
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